L’incubo di Biancaneve


                 *Siamo cosi fragili, così mutabili, difficilmente unici e comunemente simili*



Il libro di cui voglio parlarvi oggi è un testo di un’autrice emergente, Scarlet Danae, che ho scoperto qualche giorno fa su Instagram, e la sua storia mi incuriosì molto perché si tratta di una sorta di retelling della fiaba di Biancaneve, cercavo un qualcosa di positivo su questa principessa che non riesco proprio a farmi andare a genio.
In questo romanzo troviamo la nostra protagonista, Bianca, in una realtà cruda, spregevole, circondata da odio, sia da parte della sua matrigna che di sé stessa, infatti la prima parte del romanzo si concentra su questo odio rappresentato dalla dipendenza della protagonista della droga. Nel suo disperato tentativo di cercare una nuova droga da poterle dare sensazioni nuove, una felicità anche momentanea, si ritrova catapultata in un nuovo universo in cui non è più solo Bianca, ma anche Biancaneve. Da quel momento in poi sarà guidata da uno strumento di alta tecnologia, conosciuto con il nome di Cogito, verso la liberazione del cavaliere di Biancaneve nella speranza di poter presto tornare nel suo mondo. 
Ho trovato molto divertente il rapporto tra Bianca e Cogito, a momenti dimentichi quasi che sia un congegno meccanico, i loro dialoghi sono probabilmente la parte che più ho preferito. 
Quello invece che non ho apprezzato è stata la velocità di alcuni avvenimenti e la lentezza di altri, Bianca era nel suo mondo e dopo nemmeno un capitolo era già in giro per il nuovo, quando invece avrei preferito vedere più il disagio dell’ambientazione e della “convivenza” forzata con Biancaneve, mentre i dialoghi tra lei e il cavaliere vi sono stati davvero dialoghi infiniti che si sarebbero potuti concedere in poche righe, e poi di nuovo la conclusione del romanzo che avviene assolutamente di botto, troncata a secco.
Questo però mi fa ben sperare in un seguito dove sono convinta che l’autrice farà passi da gigante. Non vedo l’ora.

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